Pagina:Perodi - I bambini delle diverse nazioni, Firenze, Bemporad, 1890.djvu/75

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Vi convengono pure spesso ragazze e giovinotti, e allora tutti ballano al suono della balalaika (il liuto russo). Le loro canzoni sono tutte malinconiche, piene di superstizioni, di speranze, di paure, ma hanno in sè molta poesia.

Mentre cantano le canzoni, che appunto per la loro malinconia furono chiamate le lagrime della Russia, la coppa con il quass (che è una birra fatta con farina d’orzo, sale e miele) gira fra i presenti. Se poi ricorre l’onomastico di un bambino o di una bambina, danno pure il börsch che è la loro pietanza prediletta, fatta di carne di manzo, cavolo inacidito e barbabietola, e dopo, al lume di una loutchines (torcia di legno resinoso) ballano una delle loro graziose danze nazionali, come la tressaka o la polka, o la roosrala accompagnata da graziosi movimenti delle braccia, o il korowad.

Questa ultima danza è più bella e pittoresca quando è fatta all’aria aperta, nelle serate d’estate. I giovani formano un cerchio, si prendono per le mani e cantano canzoni nazionali. Due ragazzi o giovanotti entrano nel cerchio e accompagnano il canto con gesti e movimenti espressivi, poi scelgono due compagni con i quali eseguiscono diverse figure graziosissime. Allora le ragazze gettano i fazzoletti sulle teste dei ballerini e li fanno prigionieri e ballano esse per ultime. Dopo il ballo tutti tornano a casa e in quel ritorno accadono spesso terribili sventure. Spesso le comitive gelano per la strada andando da una izba all’altra. Talvolta sorprese da una bufera di neve, smarriscono la via e dopo aver girato per ore e ore si ritrovano allo stesso posto da cui mossero. I bambini cadono nella neve sorpresi dalla letargia che precede la morte. Spesso hanno le orecchie e il naso gelati di giorno. Se Iwan Iwanovitch vede Dmitri Dmitrovich col naso paonazzo, gli corre in-