Pagina:Perodi - I bambini delle diverse nazioni, Firenze, Bemporad, 1890.djvu/80

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come fanno i pastori, di sonare la cornamusa e cantare la Ranz des Vaches, e di ascoltare in sulla sera il racconto delle avventure dei cacciatori di camosci sempre esposti a perder la vita nei paesi alpini, nei ghiacciaj, sulle piagge nevose.

La sera è un piacere lo stare a sentire il nonno, che racconta ai suoi nipotini intenti ad ascoltarlo, la novella dei maghi e delle streghe, dei giganti e dei nani, delle fate buone e perverse, dei draghi, dei mostri. Nessuno ha mai veduto tutta quella strana gente, creata dalla fantasia popolare, ma si vuole che abiti il fondo dei laghi montani e che ruggisca, gridi e urli quando imperversa la bufera o quando una sventura sta per succedere. L’ehni (nonno) è ascoltato religiosamente dai nipotini, e quando questi saranno ehni a loro volta, racconteranno ai figli dei loro figli le stesse novelle con qualche piccola aggiunta. Così, bambini, si perpetua e si amplia la tradizione popolare.

A proposito di burrasche, in Isvizzera se ne vedono alcune spaventose quando soffia il föhn ardente, il quale appicca il fuoco ai graziosi châlets; oppure quando le valanghe, rotolanti sui fianchi delle montagne, li travolgono nei burroni, nelle valli, e li sotterrano sotto la neve; o finalmente quando la neve, sciolta dalle piogge, ingrossa i torrenti, i quali devastano e abbattono quel che trovano.

Un uso strano c’è in Isvizzera. I bambini piccoli invece di esser messi nella culla, sono collocati in una piccola cassetta; ed ecco la ragione di quell’uso, a cui i piccoli svizzeri si sottomettono senza mormorare. Nella primavera gli abitanti dei villaggi e dei casolari chiudono le loro dimore per tutta l’estate, e vanno ad abitare gli châlets sulle montagne. Essi non abitano lo stesso châlet tutto il tempo dell’estate. Quando i pascoli d’intorno incominciano a do-