Pagina:Perodi - I bambini delle diverse nazioni, Firenze, Bemporad, 1890.djvu/84

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Molte bambine svizzere aiutano la madre nella fabbricazione del cacio, lo rotolano sul ghiaccio se hanno un ghiacciaio vicino, e lo ripongono in una cantina fredda col ghiaccio; altre fanno trine per vendere ai viaggiatori od offrono ai passanti il latte accagliato. I bambini fanno i pastori e conducono il gregge nelle parti quasi inaccessibili delle montagne. Si vede spesso un bambino piccolo con le penne al cappello, il bastone in mano e il camiciotto svolazzante al vento, ritto e sicuro sulla punta di una roccia, sospesa sull’abisso profondo. Quel bambino è circondato dalle sue capre, e la notte dorme a cielo aperto sopra un letto di foglie secche. Dorme tranquillo, e quando si desta la mattina, vede il gregge pascolare e l’aquila che vola in alto.

I componenti le famiglie svizzere si procurano anche un’altra occupazione. Essi si formano in compagnie e si mettono di stazione al piede delle salite, muniti di un bastone e di un ramo verde, aspettando i viaggiatori in carrozza, e scacciano le mosche di sul corpo dei cavalli, e mettono ogni tanto il bastone dietro le ruote per far riposare le bestie.

Altri offrono mazzi di fiori alpestri, come rose canine, vainiglia, che non fiorisce altro che ad una certa altezza, genziane turchino-scure e l’edelweiss dal fiore vellutato, così caro ai viaggiatori; oppure offrono canestre piene di fragole salvatiche.

Altri fanno giocattoli in forma di animali, o altri delle cose graziosissime e pongono sotto gli occhi di ogni persona forestiera che vada in quel paese.

In Isvizzera ci sono pochi mendicanti, e quei pochi soltanto si trovano sulle strade frequentate dagli stranieri. I bambini nel cantone di Uri hanno un modo speciale di