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chieder l’elemosina, che fa loro quasi sempre ottenere l’intento. Quei bambini biondi, con gli occhi azzurri, vi corrono incontro, vi guardano sorridendo, e baciandovi la mano destra ti dicono in tuono convincente: «Gesner öppis!» (Datemi qualcosa!).

Le scuole sono aperte soltanto nei mesi freddi. L’edifizio scolastico è il più bello del villaggio, e gli svizzeri, invece di dire che una casa è grande come un palazzo, dicono che «è grande come il fabbricato di una scuola.»

Durante l’estate i ragazzi imparano il linguaggio dei marchi, ed ecco perchè. Ogni famiglia, nei distretti alpini, ha il proprio marchio, che si trasmette di generazione in generazione, e che è ereditato, generalmente dal figlio minore. Questo marchio è inciso nella pelle delle capre o fatto a fuoco, e si trova pure nel tronco degli alberi di una foresta, e in tutto ciò che appartiene a una famiglia. Quando le pecore e le capre di una grande quantità di famiglia sono affidate ad un pastorello, questo deve renderle alla fine dell’estate ai rispettivi padroni, e per ciò è necessario che conosca tutti i marchi.

Ci vuole un grande sforzo di volontà, e quando i ministri della religione vanno nell’estate in montagna a insegnare il catechismo ai bambini, spesso scrollando la testa dicono afflitti che essi imparano meglio i marchi che il catechismo.

Finchè le famiglie restano nella prima o nella seconda regione delle montagne, esse discendono regolarmente ogni domenica fino alla chiesa; la madre porta il bambino minore e il babbo il penultimo. La predica è lunga, ma i bambini, stanchi per la lunga discesa all’aria fresca, dormono tranquillamente, e si destano soltanto quando è tempo di tornare a casa. Nel Valais la gente va in chiesa cavalcando asini o muli. La madre sta davanti col bambino