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torio, e così far cessare le dispute che insorgevano rispetto alla proprietà.

Gli abbigliamenti dei contadini svizzeri sono vari e graziosi. Le fanciulle del Valais portano, la domenica, la sottana e il bustino di stoffa rossa ricamato, il grembiule bianco e le larghe maniche bianche alla camicia, un fazzoletto di seta al collo; in testa un cappello di paglia e le calze bianche o rosse. Dei capelli fanno due trecce, che si avvolgono intorno al capo. Quell’acconciatura è chiamata guazza.

Alcuni ragazzi portano pure una treccia pendente, che chiamano la codinetta. Il loro vestiario consiste in un paio di calzoni di lana neri fermati al ginocchio, in un paio di calze bianche con le scarpe a fibbia, una camicia, un giustacore corto e un cappello tondo di feltro.

Le stoffe che servono a fare i vestiti per gli uomini e per i ragazzi sono quasi sempre filate e tessute dalle donne di casa e provengono dalla lana delle pecore proprie, così sono di colore naturale; cioè bianco, nero e marrone.

I bambini piccoli portano un vestitone largo e lungo fino ai piedi, fermato alla vita soltanto con una cintura chiara. Hanno le scarpe con le grosse fibbie e la scuffia di colore.

In altri cantoni svizzeri le sottane sono di colore diverso da quello del busto, e questo è allacciato di dietro ed è ornato di nastri o di catene. I pastorelli delle Alpi portano camiciotti turchini e berretti di velluto nero ornati di rosso.

Nelle graziose città come Berna, Coira, Zurigo ecc., vi sono buone scuole, collegi ed università, dove viene data una eccellente educazione ed istruzione ai giovanetti ed alle fanciulle. Molte di queste sono mandate dalla Germania, dall’Inghilterra e perfino dall’America in pensione a Losanna, a Ginevra o a Basilea per essere istruite, ed acqui-