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e gli affittaiuoli. Il pescare le mele in una tinozza d’acqua, è, in genere, il primo giuoco che si fa, e non è cosa facile d’afferrarle con i denti e con le labbra, tenendo il corpo piegato in avanti. Quando uno tira fuori la testa, mezzo soffocato, scoppia una risata generale. Quando la mela è al sicuro e nessuno riesce a prenderla, è un cattivo segno: allora il frutto è tagliato e nei semi si leggono misteriose profezie per l’avvenire. Di questo genere di giuochi ne fanno molti gli irlandesi, e il loro scopo, essendo molto superstiziosi, è quello d’indagare l’avvenire, cosa alla quale non riescono, come nessuno riesce.

Il giuoco della «mela e della candela» è molto divertente. Due pezzetti di latta sono tagliati diagonalmente, legati e appesi al soffitto. I pezzetti di latta sono lunghi circa un piede e alle quattro estremità sono appesi, alternativamente, due pezzi di mela e due candele accese. L’apparato è messo in moto, e il giuoco consiste nell’addentare la mela. Spesso il giuocatore addenta invece la candela e il sapore gli resta in bocca tutta la sera.

Ma lasciamo la vigilia di Ognissanti e passiamo a parlare del Natale, col suo agrifoglio, l’ellera e il vischio. Il vecchio Ceppo, o come lo chiamano gl’inglesi, Santa Claus, viene per portare i regali a tutti i buoni bambini, che appendono le calze. Santa Claus, o San Niccola, è il santo protettore dei bambini, e per questo è tanto desiderato da loro.

— Che felicità! — esclamerebbero subito i ragazzi inglesi.

La vecchia chiesa ornata di agrifoglio, le riunioni di famiglia nella vasta sala calda, mentre che la neve cade abbondante di fuori, il pranzo e i giuochi, le corse in slitta sul lago gelato, il patinare, l’albero di Natale ca-