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rico di doni, nella sala di scuola dove tutti i ragazzi ricevono in regalo ciò di cui hanno parlato nei giorni precedenti, le danze del paese, la mosca-cieca, il bacio modesto che il bambino di dieci anni chiede a Miss Smith o a Miss Brown, che ne ha una ventina almeno, e che ella gli accorda con finta riluttanza, costituiscono l’attrattiva di quel giorno solenne.

Andiamo nella cara Scozia. Vedete, davanti alla porta è pronta la slitta per andare via, lontano, a correre all’aria aperta. Forse i ragazzi si fermeranno a fare una battaglia a palle di neve; forse andranno in città a comprare delle carte con augurii per mandare per Natale ai loro amici. Per Natale si fanno i plum puddings e i pasticci. Il grande pudding è portato in tavola dalla cuoca avvolto nelle fiamme dello spirito. Ella lo mette davanti alla padrona di casa, che lo spenge, e lo affetta per distribuirlo ai bambini, che aspettano ansiosi di assaggiarlo.

In Irlanda festeggiano anche il giorno di Santo Stefano, uccidendo lo sgricciolo. I ragazzi vanno nei campi armati di bastoni, per scovare e uccidere la povera Jenny Wren.

La leggenda vuole che lo sgricciolo sia il re degli uccelli, perchè quando l’aquila volò più in alto di tutti gli uccelli, lo sgricciolo, che le si era nascosto sul dorso, quando fu proclamata la sovranità di lei, uscì fuori dalle piume dello stanco uccello, e volò a grande altezza. La famiglia pennuta proclamò allora re lo sgricciolo. I ragazzi cattivi cercano di ucciderlo in memoria di una antica costumanza. Anche da noi lo sgricciolo porta il nome di Re di macchia.

In Inghilterra specialmente, si esercita molto dai ricchi la carità. Prima del Natale, pietose signore raccolgono offerte per l’albero destinato a far passare un giorno lieto ai poveri bambini. Quell’albero, ornato di tutte le bestie