Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/136

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3 chê 126' ¡storico, ed un oratore egregio. E di vero-, Crispo Sallustio afferma in ciascuna cosa aver dominio la fortuna, e Marco Tullio non istette in forse di chiamarla signora delle umane cose. Di che avviso poi io mi sìa, dirollo ad altro tempo e luogo; ma in quanto ha riguardo al nostro proposito, di tanto mi valsero le tue ammonizioni, che io, ragguagliandomi alla maggior parte degli- uomini, non so più stimarmi tanto infelice. yl% M’è dolce il farti bene in alcuna cosa, e si il vorrei in tutte. Ma pose il nostro discorso si allungo anche troppo, rimetteremo al terzo giorno la trattazione di quanto ne resta. E cosi daremo fine, p, Ed io da questo numero ternario, traggo buon augurio; ne tanto perchè tre sono le Grazie, quanto perchè sommamente piace alla divinità. Il che è chiaro^ s{ a coloro che, professandó la nostra religione, pongono nella Trinità ogni loro speranza , si ancora ai filosofi gentili, che nelle feste religiose de'numi lo riguardavano siccome sacro. E sembra die a ciò mirasse il mio Virgilio là dove dice: ■* '

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» Al nume il disugual numero piace,. E cV egli parlasse del ternario, e dimostrato dagli antecedenti. Aspetto adunque che la tua bontà metta il colmo a questa tripartita fatica. . ■ *