Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/152

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• ^ * • li ti ritraesse da ogni turpezza, sarà vero* ehe da molte, ma pure ti fece cadere in/ maggiori sciagure.. Dappoiché, per averti liberato dai precipizio, nè fece scorti i tuoi passi a tenerli lontani dai sentieri lordi di molta bruttura y e se curò le tue più lievi ferite, non si guardò di scagliarti il colpo- mortale ; ond’è a dire ch’ella t’abbia più presto ucciso che risanato. La chiami tu tua guida, perchè da molti sconci fatti ti serbò- puro? Si) ed intanto ti lanciava in uno splendido abisso.. Io non vedo poi a che ti giovasse questo dipartirti eh' ella fece dal volgo, per tutto volgerti l'animo a cose sublimi; se non forse che, sedendo ia cima a? tutti ì tuoi pensieri, colle sue dolcezze di tal modo t’ammaliò,, da renderti tutto il ^ re9to spregevole:: cosi nient'altro avesti im prezzo fuor di quest’ una* Il che, senza offesa altrui, non può fare chi vive nella ci- vii società. Verissimo è poi, anzi la sola cosa vera, se dici che da lei ti derivò un’ infinita schiera di guai.. Or pensa tu se questo sia grande benefizio. E giacché v/hanno, nella vita irreparabili mali, non è forse Ioli ia accollarsene di nuovi? Che se 7> avido, come sei,, di gloria, ti vanti di quella che da lei ti provenne , non mi maraviglio, si piuttosto compatisco al tuo errore ; e di ciò ti renderai * persuaso quando io ti mostri, che dei tanti pesi ond hai l’anima gra^ '4*