Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/193

Da Wikisource.

im- i» tu Ja mettevi in . fama,. ella, a ricambio, ti toglieva tanta parte di Vita; e rispondea colla non curanza a chi tanto s’affannava ad a- marla. Cosi, dilungandoti, dal P a more di Dio, li precipitò in un abisao di miserie; e tali, cui io sapendo mi taccio, per non esser ripreso da chi a caso ascoltasse questi nostri discorsi. Deh a quante utili cose non li . sottrasse, alle «pali con gloria a tuo vantaggio avresti atteso! .Testimonio le molte opere che prendesti a scrivere e che restano ancora imperfette; attorno ; a cui assai meglio ti conveniva di spendere .alcun#, particella del breve tempo che ti fu sortito. Or dunque che piò da le con, tanto ardore si desidera? Con intento animo e virile proposlo a tutto questo ripensa; acciocché fuggendo da siffatti lacci, non incorra,in altri che più forte* mente ti stringano; come si vede.di molti, 1 quali, mentre riguardano alla esteriore bellezza si sentono entrare in.cqpre nou so da che segreta - parte il vele»o , che vìen»poi alimentato con-peggiori rimedii. Perchè po«* chi v’hanna. che. come una volta ne* sieno imbevuti, si facciano maturamente a disa minare .la sconcezza, di siffatti amori donne schi; e 6e pure a tanto riescano, facilmente ricadono, e tratti dalla forza della natura, tornano, ad.avvoltolarsi .nelle , antiche brutture. Ora che ti è manifesta la grandezza d^J pericolo, sta a.te, con:ogni studio, a