Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/194

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¿ansartene. Scaccia ogni memoria ¿effe passate ambasce, ogni pensiero che ti richiami al tempo passato; . riscuotiti, e come dicono, sbatti contro la rupe i 'tuoi pargoli, affinché crescendo non tl sommergano nei iango. E sovrattutto, non cessar mai di stan- • care il cielo con divote preghiere, tanto che ne sieno travagliate le orecchie del celeste re. Non .un di, non una notte, ti passi senza lagrime ed orazioni; e forse l'onnipotente avuto compassione di te, porrà fine a’ tuoi mali. Queste cose devi tu operare, queste sfuggire; ed io spero che, ove con proposito v'attenda, la destra dell’invitto liberatore scenderà a te soccorrevole. Ma è ornai questa tua malattia ; sebbene le parole ebe vi spendemmo attorno non s’abbiano a dir lunghe se non rispetto ai tuo grande bisogno ; passiamo a dire dell* altra. E questa sarà T ultima, che io m’accingo a curare. - P. —Deh prosegui, o dolcissimo padre, c già degli altri miei difetti, quantunque non libero in tutto , pur mi sento in gran parte sgravato. .* *

  • A. — Tu aneli alla gloria umana e alla

immortalità del nome, assai più che non si convenga. • * * * - P. — Troppo è vero! nè so come imbrigliare questo sfrenato mio desiderio. A* — Ed hai perciò forte cagione a te-