Vai al contenuto

Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/35

Da Wikisource.

PREFAZIONE


Frattantochè disensato io me ne stava pensando, ciò che assai di sovente m’accade, al modo onde fossi entrato nella vita, e al come sarei per uscirne, avvenne che m’apparisse in visione; non già come a chi malato d’animo sogna, ma sì quale all'uomo travagliato da veglia affannosa; una donna, bella d’ineffabil luce e chiarezza, e di forme che mal si potrebbero da mente umana imaginare: ned io so di che parte a me venisse, bensì vergine me la diceano il volto e la persona. Ed ella a me che maravigliato dall’insolito lume, abbassava lo sguardo dincontro ai raggi che dardeggiavami il sole degli occhi suoi, cosi parlò: perchè temi e ti turbi al mio insolito aspetto? Mossa a pietà de’ tuoi errori, venni di lontana parte a recarti aiuto, finchè n’è il tempo: troppo e molto più che non era mestieri, chinasti a terra gli sguardi, adombrati da nebbia. Che se le terrene cose di cotanto ti allettano, che sarà mai se rivolga il cuore alle eterne? All’udir queste parole, avvegnachè in me non fosse queto ancor lo