Pagina:Petruccelli - I moribondi.djvu/13

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Mia moglie lo provoca, lo aizza con le sue indiscrezioni da comare. Ma che cosa vogliono? io non ho potuto correggerla, la mia povera moglie, di questo villano difetto — che non è solo! Essa si riscalda inoltre la testa con la politica, con i romanzi, con i giornali. Legge perfino la Stampa e l’Armonia. E sa di politica ad insegnarne a sette almeno de’ nostri ministri.

— Mio caro signore, la di lei Eva non è mica solazzevole! gli dice a bruciapelo un commesso per l’Assicurazione Paterna.

— L’è quanto mi dice altresì il mio vicino! Mia moglie farnetica inoltre per i deputati. Ella si è fatta di quegli individui e della loro missione ciò che ella chiama un tipo. E bisogna udirla a parlucchiare su questo tema e su la 443.ª parte della sovranità nazionale — come ella addimanda un onorevole della Camera Bassa.

— Vedete, signora, sclama infine una sera il mio vicino impazientato, voi m’inasprite. Vi domando scusa, ma voi non osservate che la superficie. Voi non vedete in tutto ciò che un signore il quale recita, bene o male, un discorso innanzi a qualche centinajo di suoi colleghi, i quali conoscono già di lunga mano ciò che egli va a dire, ed un rispettevole pubblico, il quale sovente non capisce che a metà. Ma andate al fondo, cercate nella vita di questo povero galeotto della sovranità nazionale, e vi persuaderete che la sua posizione non è punto da invidiare. Il più piccolo dei minimi giornalisti — nella sfera politica — è più felice che lui.