Pagina:Petruccelli - I moribondi.djvu/173

Da Wikisource.

— 169 —


Ora, gli uomini di Stato sono obbligati talvolta a subire certe eclissi, certe retrogressioni, certe transazioni, in una parola, le quali hanno offeso ed urtato il signor Brofferio. Egli non ha nulla considerato allora, nè i tempi, nè gli uomini, ed ha attaccato, come egli attacca, a briglia sciolta ed a fondo. Di ciò mille ire e la reazione delle ingiurie e dei soprusi contro di lui.

Brofferio ha pubblicate parecchie opere avidamente lette, molto incorrette, ma scritte con quello stile di vita in cui l’uomo rivelasi in tutta la sua pienezza. Il suo difetto, in tutto, è la foga. A sessant’anni, Brofferio è giovanissimo. Un poco più di sobrietà, di ritenuta, di calma nell’ebollizione della sua anima, raddoppierebbero la portata delle sue parole. Brofferio avrebbe allora una parte tutt’altra di quella che egli compie oggidì; vale a dire, di audace partigiano. Avendo tutte le qualità per essere il capo della sinistra, egli combatte da semplice gratatiere. Però, egli è La Tour d’Auvergne del nostro Parlamento.

Io classificherò altresì fra i repubblicani il signor Mauro Macchi, un dì redattore in capo del Diritto, amico e correligionario politico del nostro eminente filosofo Ausonio Franchi. Macchi è nel tempo stesso l’amico di Mazzini, di Garibaldi, di Cattaneo, il loro confidente, il loro organo, il loro gladiatore parlamentare. Imperciocchè il signor Macchi ha tutti i movimenti d’anima dell’oratore, fuoco, facilità, vita, brio, passione, prontezza di idee, come egli ha la penna incisiva del pubblicista e del polemista nella stampa militante. La