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sua parola è corta, viva, colorata, il suo organo vocale simpatico, le idee sempre libere e generose. Lombardo, fu espulso da Milano dagli Austriaci. Lo fu poi altresì parecchie volte dal Piemonte, a causa della sua complicità con Mazzini. Ma lo si cacciava dalla porta ed egli ritornava per la finestra — e sempre armato per combattere. Egli siede nei banchi i più alti della sinistra.
Sono obbligato di cacciare egualmente in questa categoria il signor Crispi, per allogarlo in qualche luogo. Un giorno io domandava a Crispi: Siete voi Mazziniano? — No, mi rispose egli. — Siete voi Garibaldino? — Neppure, ei replicò. — E chi siete voi dunque? — Io sono Crispi.
Ora, io conosceva un Crispi che, per dodici anni, aveva partecipato a tutta l’opera di Mazzini; un Crispi che era andato audacemente a preparare in Sicilia la spedizione di Garibaldi ed era stato, in seguito, uno dei primi che misero il piede a terra in Marsala, di unità all’eroica donna che porta il suo nome; io conosceva un Crispi ministro di Garibaldi in Sicilia, poi per qualche giorno a Napoli, avendo più energia che tatto, più volontà che idee, più coraggio che capacità, più fermezza che autorità morale, uomo probo, perseverante, altamente ambizioso, incapace di viltà.... sì, io conosceva quel Crispi, ma io non conosceva questo Crispi tout court, questo Crispi inedito, che brilla da sè e non riflette nè Mazzini nè Garibaldi. Crispi si rivelerà forse ben presto sotto un nuovo punto di luce, una luce tutta sua. Ma, come vi sarebbe stato poca buona grazia da