Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/121

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male. Il mio sembiante era inondato di un soffio caldo, sano, giovane, profumato. Le mie idee cominciavano a turbarsi. Io non trovava più nè il teatro nè l’attore sui quali io aveva concepito il mio sistema di attacco e di difesa. L’incognito mi imponeva una nuova strategia. La quale...?

— Sì, la quale?

— Io era venuta decisa a parlare; presi immediatamente la risoluzione di ascoltare. Ciò mi dava il tempo di riflettere. Bisognava però che io aprissi il fuoco. Dopo aver biascicato un non so che, che aveva l’aria di un confiteor, gli dissi:

«Padre reverendo, io vengo qui per obbedire agli ordini di colui che mi vi manda, ma io non so proprio che dirvi.

«Chi è che vi ha ordinato di venire, figliuola mia? domandò il P. Piombini.

«Mio fratello, un prete come voi, che non transige sul compimento dei doveri religiosi.

«Egli ha ben ragione, figliuola. Ma non desolatevi se non siete preparata. Vi confesserò senza ciò. Ed anzi tutto, perchè indossate voi codesta tunica religiosa?

«Perchè la è la livrea meno costosa per le donne povere.

«Non avete dunque alcune vocazione per lo stato claustrale?

«Assolutamente alcuna.

«Non vi fate in questo caso alcuna violenza. Dio non ha creato la donna per la preghiera sterile e per la solitudine disperata. Egli l’ha