Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/149

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come una colomba morsicata da un serpente. Era stata ella colpita?

Il barone di Sanza che si presentò da lei verso le cinque, la trovò ancora tutta sconvolta. Ella si guardò bene dal dirgliene la ragione, e, cosa più grave ancora, ella tacque altresì a suo fratello questa visita fatta al gesuita. La devastazione si operava nella sua anima. Ella aveva tanto desiderato l’abboccamento col suo compagno d’infanzia di Lauria, ella aveva provato un’ansietà malaticcia pel ritardo di lui, ed ora che colui era quivi per ascoltarla ella ne sembrava contrariata. Ahimè! Bambina aveva cessato di essere fanciulla e la sua coscienza non era più vergine. Il confessore aveva violata quell’innocenza come un calabrone profana la corolla della rosa. Ah! se le madri avessero il pudore dell’incredulità e dell’empietà, quante più fanciulle entrerebbero nella stanza nuziale col candore dell’infanzia!

— Scusatemi se ieri non mi sono recato al vostro appello, disse il barone di Sanza. Io sospettai perchè avevate desiderato parlarmi e voleva avere qualche cosa a rispondervi.

Questo tuono cerimonioso e solenne mise il colmo al turbamento di Bambina. Ella, che l’anno scorso ancora chiamava il barone corto corto Tiberio, ed egli che le dava del tu! Quale accidente si era dunque rizzato tra loro e li aveva cangiati così? Bambina portò gli occhi sul giovane onde assicurarsi se era proprio lo stesso, che l’anno scorso, alle vacanze, a Lauria, le aveva susurrate di così dolci parole e che aveva aperta alla sua fantasia la porta dei sogni d’oro.