Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/197

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— Dio ci penserà. Qualche anima caritatevole mi permetterà forse d’accovacciarmi in un canto. La povera gente di Napoli, signore, è piena di cuore.

Don Diego non uscì ed andò a rimestare nella camera di sua sorella. Egli meditava qualche cos’altro che il panegirico di S. Luigi. Sembrava inquieto, scontento di sè, incerto, in collera. La notte dormì male.

— Che diavolo avevo io bisogno di serva? borbottava. Il mio vecchio carcame merita bene delle blandizie, davvero!

E’ si volse nel letto e cercò di dormire. Il sonno tenne il broncio.

— E ciò non è tutto, pensò egli. Dopo avere raccolto questa povera donna, dopo averla raffusolata, e’ non è più caritatevole rimandarla a coricare così al sereno..... o peggio ancora. Bisogna pagarle un buco, darle..... che so io? un pagliericcio, una sedia, una coperta..... Diavolo! la non finirà più. No, vale meglio alloggiarla qui..... quando l’avrò meglio conosciuta. Chi è dessa? Mi sembra di buona indole. La sventura..... ah! la sventura ne fa ben delle altre, va! — se ella ha male agito. E perchè no, al postutto? No, io non toccherò nulla in camera della Bambina..... Ebbene le metterà un pagliericcio nella cucina. Ciò accomoda tutto. Io non debbo render conto ad alcuno, al presente.

Don Diego nudriva questo progetto; egli lo carezzava quasi..... due giorni dopo; otto giorni più tardi, aveva paura di vederlo respinto. Malgrado