Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/202

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cuno de’ suoi raggi furtivi nell’ombre spesse della dimora, egli le disse:

— Infine chi sei tu? che sei stata?

Concettella si attendeva forse un giorno a quest’interrogazione. Forse pure ella non ne vedeva la necessità, ignorando il dramma del pensiero di Don Diego, che aveva varcati tutti gli spazi. Il fatto sta ch’ella si turbò alla dimanda. Perchè aprire la tomba della sua vita a questo curioso che non aveva alcun diritto di rimuginarvi? Egli dava il benificio; ella, il lavoro: la partita era salda. Perchè dimandare questa mancia esorbitante: lo squarcio dei veli del passato, ad una donna il cui passato si compone di sventure e di dolori? Ella esitò dunque a soddisfare la curiosità del prete, — la curiosità! credeva ella. Don Diego insistè, e la sua parola risonò di maniera, la sua esigenza si colorò così vivamente, che Concettella, benchè poco intelligente, concepì il sospetto ella stessa che la intimazione del prete implicasse un interesse più grave, forse un dovere.

L’idea dell’amore di quell’uomo per i suoi stracci non le venne punto. Quel prete aveva forse una missione più elevata che doveva esercitarsi sulla vita di lei. Ella cedè allora, si assise per terra, come fanno le donne del popolo napolitano nelle chiese e raccontò confusamente ciò che noi ci faremo a riassumere, a coordinare ed a completare nei due capitoli seguenti.