Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/230

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candele sull’altare era suffusa nelle tenebre, e si commettevano lì più turpitudini che i primi cristiani non ne attribuirono mai ai pagani. Il popolino frequentava moltissimo il Gesù Vecchio e si divertiva a scialo di quelle storie pittoresche e straordinarie.

Gabriele, come gli altri napoletani, aveva più superstizione che religione. Tutta la sua pietà si limitava all’impressione delle anime del purgatorio sul braccio, a portare al collo lo scapolare della Madonna, a far magro tre giorni la settimana. Ed ecco tutto. Fanciullo, era ito alla chiesa per rubare le pezzuole: più tardi, per incontrarvi una innamorata ed udirvi della bella musica. Vi andava adesso, per veder Concettella in veste da domenica. Ma sul punto d’intraprendere una lotta mortale, e’ volle pregar Dio, onde invocarlo a giudice della buona causa, che ei credeva esser la sua. Entrò dunque nella chiesa del Gesù Vecchio all’alba, e pregò. Pregò senza sapere nè come nè perchè. Dopo, raggiunse l’amico e partirono insieme pel luogo del duello.

Si era conservato su questo affare il più grande secreto. Prima dunque di giungere a Porta Nolana si separarono per non farsi osservare insieme. Si prendevano queste precauzioni onde mettersi al coperto dalle conseguenze del combattimento, nel quale uno per lo meno doveva soccombere. L’amico di Gabriele aveva scelto nel letto del Sebeto ventiquattro pietre della grossezza di un uovo, ben levigate e ben rotonde. Ei ne fece due parti, e lasciò la scelta al padrino di