Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/314

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— Ma allora? gridò il re con impazienza.

— Sì, mormorò Bambina ricominciando a turbarsi. Me ne hanno nominato uno.

— Innanzi tutto, dimandò il re comprendendo che bisognava condurre l’interrogatorio da sè stesso e con calma se voleva arrivare ad un risultato, — innanzi tutto chi è la persona che ti ha parlato di codeste cose?

— Ciò non lo dirò giammai, giammai! gridò Bambina levandosi di uno slancio. Io vi porto, sire, un segreto di Stato, non un segreto di donna.

Ferdinando inarcò le sopracciglia e guardò per la prima volta in faccia la giovinetta. Bambina era divenuta rossa, e la collera istintiva che l’agitava faceva brillare il suo sguardo, ravvicinava le sue sopracciglia arcate come la foglia del siry.

— Dite allora l’altro nome, disse il re raddolcito, cessando di darle del tu. Coordinate le vostre idee, signorina.

— Sire, riprese Bambina, la persona che mi ha rivelate queste cose sa tutto. Voi potete crederlo, come credereste il vostro confessore. Egli ha avuto pietà di mio fratello, e, per salvarlo, m’ha messa a portata di render servigio a Vostra Maestà.

— Ma quale è dunque codesto segreto?

— Sire, permettetemi di mettere le mie condizioni....

— Delle condizioni! sclamò Ferdinando rizzandosi sulla persona.

— Sire, senza ciò, continuò ingenuamente Bambina, io non sarei venuta ai piedi di V. M. Io pure ho promesso qualche cosa, io pure, onde ot-