Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/410

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stesso, l’appartamento risuonò di un tocco discreto del campanello.

— Eccolo! gridò Bambina, balzando dal seggiolone, come se fosse stata toccata da un ferro rovente.

— Eccolo! ripetè Concettella. Che bisogna dunque fare?

Bambina riflettè un istante, poi ordinò a Concettella:

— Entra nella mia camera e tienti svegliata. Se grido, accorri.

Concettella si rinchiuse nella stanza di Bambina e questa andò ad aprire.

Era infatti il padre Piombini vestito da laico.

Se egli non avesse detto con una voce penetrantissima: Grazie! oh grazie! Bambina non lo avrebbe riconosciuto. Sembrava bello e giovane. Egli prese la mano madida della giovinetta e la sentì tremare. Egli appoggiò le sue labbra sulla fronte di lei, e la sentì fremere. Bambina lo condusse nel salotto cui aveva illuminato meglio del solito. Il lume raddoppiava il prestigio meraviglioso della sua bellezza. Ella fece sedere il gesuita sul canapè e restò in piedi. Si guardavano entrambi stupefatti. Bambina vedendo il conte Bonvisi, ed il padre Piombini vedendo la donna sotto il riflesso magico che le dà quasi dell’ideale, la luce delle fiaccole. Infine, il gesuita gridò con tuono precipitato, quasi avesse avuto fretta di annunziare le sue belle nuove:

— Figliuola cara, io sono felice. I miei negoziati sono riesciti. Un naviglio da guerra ameri-