Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/46

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sterioso di Manfredi; che avrebbe fatto la duchessa di Maufrigneuse quando avrebbe divorato il suo ultimo amore per D’Artez; come la concezione del me poteva creare Iddio; quale era la teoria vera del valore; e lo chiamava a discutere seco lei la politica di Caterina dei Medici o di Castruccio Castracani; a giustificare Alessandro VI come essendo stato lo più grande dei papi politici; a piangere sulla sorte di Esmeralda; e ridere fino alle lagrime delle fantasticherie di Falstaff. Tutto ciò era reale per la giovinetta; tutto ciò viveva, formava la sua società quotidiana, non aveva nulla di pedante per ciò appunto che le era ingenuo e poco o nulla in ordine. Queste grandi cose servivano di pupattola a questa figlia del povero! Bambina aveva per conseguenza quel marchio serio delle figure di donna in marmo, cui gli architetti dei mezzi tempi schieravano sul frontone delle cattedrali, ed ella covava all’interno una scintilla potente.

Quando Don Diego le ebbe raccontato la sua conversazione col vescovo, la prima impressione di Bambina fu di prorompere in pianto. Ella si sentì tutto ad un tratto presa alla gola dalla più spaventevole miseria. Don Diego la calmò. Poi egli cominciò a riflettere parlando alto secondo il suo costume, a discutere con sè stesso cosa gli restasse a fare. Egli vide, del primo colpo d’occhio, che bisognava uscire di quella vita materiale, indirizzita, nella quale aveva vegetato fino allora, e che bisognava trasportare nella realtà la lotta cui aveva sostenuta nel suo spirito. Non era più con