Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/52

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cintura della ragazza. Ecco il ferro a spianare del babbo, — le armi di famiglia! Ah! ecco il filatoio della madre.... ed i suoi orecchini d’argento, ricevuti il dì degli sponsali.... ed il telaio ove ella aveva tessuto per i clienti del villaggio: il Cristo del suo capezzale. Ecco il seggiolone dove il prete sedeva.... il suo calamaio screpolato, i suoi libri del seminario cacciati in un canto, il mazzetto di fiori di carta dipinta che sua madre avevagli regalato il giorno della sua prima messa! Bisognava affagottare, gittare, abbandonare tutto ciò!

Come questa casa sembrava miserabile adesso! Come tutto ciò aveva l’aria di vecchio e povero ora che lo si rimuoveva, che lo si traslocava! Questo disordine, queste ruine li ambasciavano. Tutto era polvere. Si perdeva il ritmo della vita. Confondendo tutti quegli oggetti, si disordinavano tutte le memorie; tutta la loro storia si affondava. Il fratello e la sorella si trovavano nel vacuo, fuori del tempo, nudi di tutto.

La miseria si affeziona ad ogni nonnulla e vi soffia dentro una fibra dell’anima. Tutto è una data per esso, pel povero, perchè tutto gli è costato un lembo della vita. E’ si perdevano in questa Pompeia di cenci! Non sapevano a che toccare pel primo. Si confondevano nella scelta. Tutto pareva loro utile e buono, perchè tutto aveva loro servito. Essi avrebbero voluto impacchettare la casa e darle le ali, come la santa casa di Loreto.

— Bambina, figlia mia, non obbliare le mie pantofole. Potrei aver la gotta. Avrò forse a cammi-