Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/89

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— I miei amici! Ma io non ho amici, io.

— I vostri complici, se vi piace meglio, Insomma, coloro che conoscono i vostri fatti ed i vostri pensieri.

Don Diego parve schiacciato.

— Voi non sapete mica dunque, innocente provinciale, continuò Campobasso, che quando voi cospirate, noi altri, noi, siamo sempre un po’ della partita. Cercate bene nella vostra memoria, e vi ricorderete chi ha potuto essere il vostro Giuda.

— Io non ne conosco alcuno, replicò Don Diego con semplicità.

Poi soggiunse, per correggere lo sbaglio:

— D’altronde, io non ho giammai cospirato.

— Davvero! sclamò Campobasso, voi mi fate pietà. Voi avete una natura generosa, senza fiele; io m’interesso a voi. Al vostro posto, io mi vendicherei; ma vi hanno di già sobbillato nel quartiere che io sono un tristo. Perciò rassegnatevi, rendete il bene pel male ed abbandonate Napoli avanti che spiri il termine fisso dal ministro.

— Ma, signor commissario, poichè voi dite che le mie disgrazie vi toccano, non potreste voi suggerirmi un mezzo per far rivocare da Sua Eccellenza l’ordine che mi precipita in un abisso di disastri.

— Io non ne conosco che uno: provare a Sua Eccellenza che le persone che vi hanno calunniato sono vostri nemici e che dessi vendono la vostra pelle per salvare la loro.

— Ma io non li conosco codesti nemici, gridò Don Diego in tuono commiserevole.