Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il sorbetto della regina, Milano, Treves, 1890.djvu/164

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senza di quell’importuno, il marchese s’impuntiglia al giuoco e si accolla dinanzi alla porta. Poi, siccome la donna gli fa un segno impetuoso di allontanarsi, il marchese diviene rosso di collera, calca le orme della dama nel giardino, le tiene dietro sotto il pergolato, ascende con lei la scala a spira, dà con lei la scalata al balcone del conte e si trova faccia a faccia con un Maggiore svizzero.

La dama fa un segno e sparisce dietro la portiera di velluto dello studio. Il Maggiore, rosso come un gambero cotto, sclama:

— Chi siete voi? Cosa volete?

— Vi dirò il mio nome altrove, se può farvi piacere; pel momento, voglio parlare a quella dama.

Il Maggiore misura uno schiaffo, che parato a tempo dal marchese, va a cadere sulla faccia del conte, mentre l’aggressore ne riceve uno a sua volta formidabile. All’indomani il marchese ed il Maggiore si battevano alla spada. Questo bell’uomo, ch’era venuto a sostenere il trono dei borboni a 250 franchi il mese, non doveva più, poveretto! udire il ranz des vaches1 delle sue montagne.

Non si uccideva allora un bell’uomo a Napoli, così sicuramente come vi si poteva uccidere un carbonaro, quand’anche fosse un repubblicano.... svizzero. Il marchese fu obbligato a nascondersi. Suo padre pregò il conte di Llamanda d’implorare dalla regina che ottenesse la grazia di suo figlio. L’eccellente regina Urraca fu com-

  1. Aria nazionale svizzera.