Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il sorbetto della regina, Milano, Treves, 1890.djvu/163

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partenere al convento dei Miracoli. Alle due meno cinque minuti la porta s’apre, e la carrozza esce.

— Buon viaggio, so dove vai.

La vide, infatti, alla porta del giardino.

— Ora pensiamo alla dama, disse a sè stesso il marchese, domandandosi come mai le sante donne, che danno l’educazione cristiana alle figliuole dell’aristocrazia napoletana, possano andar a servire di modello, o a prender delle lezioni di scultura.

Passò per la piazza, ove si apre la porta principale della casa reale d’educazione per le fanciulle nobili, e vide l’equipaggio della regina madre Urraca, che andava spesso a visitare il convento.

— Povera divota regina! sclamò il marchese; se tu sapessi che tu proteggi di simili persone! Se tu sapessi che, mentre esamini codeste giovanette per assicurarti che esse seguono la via ortodossa, una delle pecorelle se la chiacchiera bello o meglio con un vecchio lupo! Ma sta tranquilla, sniderò codesto uccello, che non si contenta del suo nido.

Due giorni dopo il marchese per la via solitaria si trovò appunto sulla porta del giardino quando la carrozza si fermò. Da compito gentiluomo, vedendo una dama che si dava la pena di aprire ella stessa lo sportello della sua carrozza, s’affrettò a renderle questo piccolo servizio; da cavaliere napolitano le offrì il braccio per accompagnarla.

Ora, siccome la dama non accetta nè la mano nè il braccio e sembra malcontenta della pre-