Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/149

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rettorica per persuadere. Da quindici anni da che vivi meco, ti sei identificato alla mia persona. Tu provi i miei dolori. Tu comprendi le mie sofferenze. Tu indovini i miei pensieri. Tu udisti come me ciò che occorse nel boudoir di mia moglie, mentre io mi torceva negli artigli del male, Ivan, io mi batto domani con mio fratello... Se io muoio... ella non deve vivere.

— Padrone, codesto duello è desso inevitabile?

— Inevitabile! Noi non possiamo più vivere insieme in questo mondo.

— La vostra decisione è dessa irrevocabile, padrone?

— Irrevocabile! Se sarà dunque mio fratello e non io che andrà a raggiungervi al villaggio d’Imazoff, apri la berlina di mia moglie, annunziale la mia morte, e bruciale le cervella di un colpo di pistola. Tu non avrai in seguito a presentare ai tuoi giudici che la lettera cui ti dò. L’imperatore ti farà grazia. Io ti fo ricco e libero.

— Padrone, tutto codesto è inutile: io avrò due pistole. I vostri ordini saranno compiuti.

Il principe l’abbracciò e sclamò:

— Sii benedetto, figlio! Perchè Dio, che le à dato tante cose, non le dette altresì la metà della tua anima?

Ivan uscì.

Il principe passò la sera a scrivere, a bruciare, a mettere in ordine carte. E’ non volle ricevere sua moglie — a cui Ivan aveva trasmesso l’ordine della partenza per l’indomani.

Tutto ciò erasi passato presso il principe con una semplicità spaventevole. Nè la sua voce nè quella di Ivan non sembravano più commosse in quei preparativi di omicidio, che se si fosse trattato di una caccia ai colombi. Non quesiti, non discussioni, non dubbi, non esitamento, non rimorso: uccidila; sì!

Il conte Alessandro — il quale aveva compreso, alla voce di suo fratello, ch’ei si trovava in faccia di una fatalità inesorabile — non provò neppure di distornarla o di rimpicciolirla. Egli indovinò che ogni sforzo cui avrebbe fatto per piegare il destino, lo avrebbe anzi aggravato. Ritornò dunque al castello, pranzò nel suo appartamento e si coricò.

Il sonno non si presentò al suo primo appello. Ma il conte l’invocò con un bol di punch: ed il sonno obbedì.