Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/154

Da Wikisource.

V.

Once again.

Dopo gli avvenimenti cui venghiamo di raccontare rapidamente, compiuti di un modo non meno rapido, non restava più posto, nel cuore del principe ed in quello di sua moglie, che per due sentimenti egualmente estremi: un odio feroce ed un amore forsennato.

In queste regioni tropicali dell’anima non è possibile che l’uragano.

Il principe fissò la sua dimora nelle vicinanze di Parigi, a Saint-Germain.

Molti mesi scorsero.

Il tempo però, il cangiamento di cielo e di residenza non produssero alcuna mutazione nella sua vita. Gli era lo stesso vuoto, la stessa solitudine, lo stesso silenzio, la stessa disperata tristezza che al castello di Lavandall. I domestici francesi, cui il principe aveva ingaggiati, non penetravano nell’atmosfera della famiglia. Perocchè Ivan sapeva che quella gente, i cui costumi son quasi sempre ignobili, si costituisce sempre giudice severo dei padroni. Ivan d’altronde bastava al principe; Sarah e Rosa bastavano alla principessa.

Un solo straniero frequentava il castello — ed ancora e’ poteva passare per un vecchio amico: il dottore conte di Nubo. La salute del principe, ed oggimai la salute di Maud altresì avevan reso questa intrusione indispensabile.

Maud era attaccata da una malattia di languore.

Questo intervento di Dio nello scioglimento dell’opera sinistra del principe di Lavandall avrebbe dovuto illuminarlo, calmarlo, soddisfarlo in tutt’i casi. E’ non ne fu che più esasperato. Non aveva egli detto: «All’altra, adesso?» Dio lo rubava di tutta la parte che vi prendeva. E’ si decise allora a sorpassarlo in celerità.