Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/160

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scrupoli, sopprimere il dubbio, disoppannare la vita, in una parola, della sua parte morale e ridurla ad una semplice funzione fisica...

— Si potrebbe egli?

— Ciò si può. Ed allora la guarigione si ottiene subito e radicale. Il primo mezzo è più lungo e più incerto.

— Ciò si può, dite voi? Si può dunque obliterare il pensiero?

— Sopprimete la causa che produce l’eretismo di questo pensiero, e voi l’avrete ridotto, se non all’impotenza, almeno all’innocuità. Tutto, del resto, dipende da voi, dalla dose di volontà che potrete sviluppare, dai mezzi impiegati al trattamento.

— Potreste voi dilucidare codesta teoria con un esempio, dottore?

— Ma! prendiamo giustamente per esempio quel conte di Perceval, di cui parlavamo or ora. Supponghiamo che egli si sia trovato in presenza di un ordine del generale dei gesuiti che gli abbia detto: Bisogna ricuperare, ad ogni costo, le carte firmate dal Padre Buzelin, sotto il falso nome di marchese di Caboul: l’onore della Società lo esige.

— Ebbene?

— Ebbene, se il conte di Perceval avesse avuto in lui la preponderanza della vita morale, e’ sarebbe caduto in un’ansietà che lo avrebbe condotto al sepolcro.

— Perchè ciò?

— Perchè? ma, strappar delle cambiali, pel valore di 150,000 franchi, dalle mani di madamigella Verray, soppannata dal suo amante Sergio di Linsac... avrebbe valso altrettanto che strappare una lacca di montone dagli artigli d’una tigre o di una lionessa. Rubargliele? la coscienza insorge. Truffargliele? l’onore protesta. Sedurre la giovine ballerina? Perceval era troppo vecchio... e d’altronde, non si seducono mai 150,000 franchi. Interessarla, con la virtù, all’onore della Compagnia di Gesù? Ester era ebrea...

— Infatti...

— Ed ecco lì il conte a struggersi, ad ammagrire, esitando tra il dubbio, il rimorso, la coscienza, la lealtà, la divozione, l’amore che la giovane drôlesse gl’inspirava... ed il resto. Che fa desso?