Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/232

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Il principe Lavandall lo accompagnò in silenzio, gli occhi bassi — sotto quello sguardo che distillava sangue.

Quando ritornò nel suo gabinetto, vi trovò Sergio di Linsac che lo aspettava.

— Ebbene? — sclamò il principe, esprimendo con tutta la sua persona una pressante interrogazione.

Sergio di Linsac sorrise e si fregò le mani di un’aria soddisfatta.


VI.

Un po’ delle cose del duca di Balbek.

Il duca di Landolles, emigrato rientrato e rallegato a Bonaparte imperatore, aveva maritato le sue due figlie con due generali: l’una al conte di Saint-Alleux — morto da una granata a Waterloo; l’altra al conte di Muge — riavvicinato ai Borboni ed ucciso in Africa da Abdel-Kader.

Il duca di Landolles, avendo mangiato ai giuochi di Frascati ciò che gli restava della sua fortuna, non aveva dato in dote alle figliuole che la loro bellezza.

I due generali, non avendo avuto l’opportunità di raccogliere un po’ di dovizie, non avevano legato alle loro vedove che la pensione di diritto per vivere, e l’intrigo per prosperare.

Il conte d’Alleux aveva lasciato un figliuolo, raccomandandolo alla protezione di suo fratello, vescovo allora, ed in seguito arcivescovo e cardinale.

Il conte di Muge aveva lasciato una ragazza, raccomandandola alle cure di sua sorella, superiora al Sacré-Cœur.

I due militari avevano un’assai mediocre stima del carattere delle loro mogli.

Il piccolo conte d’Alleux si chiamava Adriano.

La piccola contessa di Muge si chiamava Vitaliana.

I due fanciulli erano belli. Le due madri sapevano per esperienza che la bellezza è un capitale, di cui il numero