Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/263

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di seta bianca. Il boudoir, in damasco bleu, a nappe di nero ed oro. Il suo letto, in legno di radice di lauro, con dei medaglioni in lapislazzuli, era steso sotto una tenda che lo celava chiudendosi. Una riduzione del S. Agostino e della Francesca da Rimini di Scheffer, erano i soli quadri della stanza da letto.

Nel boudoir, oltre gli altri mobili in legno giallastro, vi era un piano; e sulle mura il ritratto di suo padre e due pastelli di Angelica Kauffman.

Poi, dei fiori dovunque.

Vitaliana non era musicienne — vale a dire, uno di quei generali dottissimi in strategica che perdono tutte le battaglie. Ella interpetrava un pezzo di musica, se non lo leggeva sempre correntemente.

Adorava i fiori. Tra i fiori e lei eravi comunicazione d’anima ed anima. Ella entrava nella sua stufa come la mano dell’abbate Listz poggia sul piano: per risvegliarvi la vita. Sarebbesi detto che i fiori la sentissero, la conoscessero.

Questo scambio di magnetismo tra una bella giovane donna ed un bel fresco fiore non è stato ancora sottomesso alle osservazioni dinamiche e microscopiche, e notato — ma esiste. Fu presentito da Van Swieten — un grande medico olandese del secolo passato. Aspetta il suo Darwin.

Vitaliana era per i fiori un raggio di sole o la rugiada. Que’ che appassivano, trovavano ancora abbastanza di alito per dirle: addio! I rigogliosi cantavano; i bottoni sboccianti, folleggiavano: l’odore addiventava profumo, il colore, spanto! Vitaliana aveva sempre un motto a dire, un consiglio o una carezza a dare a ciascuno di loro. Il suo sorriso era un’evocazione. Tutte quelle stelle fiammeggiavano al suo riflesso.

— Benissimo, benissimo! — diceva ella sorridendo ad un hyocroma, il cui fiore a tubo scarlatto e bleu sbocciava pien di salute. Si vede bene che fai buona compagnia col tuo vicino, la cui foglia verde argentea riposa lo sguardo! Vedete mo’, come queste povere lavatere si annoiano! La loro rosa impallidisce troppo: ingialliscono. Sareste voi tristi perchè questi cestrums ai petali d’oro se ne vanno? Non affliggetevi giammai se i grandi passano: essi ebbero i loro dì di splendore... Alla buon’ora! mie piccole svenso-