Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/30

Da Wikisource.

Ella era completamente vergine d’anima, benchè il suo linguaggio, i suoi gesti, fossero bruttati dalle memorie di quella vita senza pudore, nè ritegno propria degli zingari. Il dottore non le fece mai un’osservazione — sapendo che con le nature, ove l’immaginazione predomina, l’osservazione è improficua e l’esempio è tutto. Nel medio dì un mondo nuovo, parlando un altro linguaggio, con altri costumi, Regina — calcolava il dottore — si eleverebbe immediatamente al medesimo diapason, e la damigella del mondo metterebbe senza pietà all’uscio la gitanella — senza aver bisogno di sermoni di morale, farla arrossire, sopra tutto farla pensare sul bene e sul male — ciò ch’è sovente pericoloso.

Il bene è di rado attraente, è mestieri ricordarsene.

Giunti a Napoli, il dottore spogliò Regina dei suoi cenci molticolori. Però, quando la vide azzimata da damigella civile, e’ ne restò scompigliato.

Regina era brutta!

La disarmonia dell’attillamento aggiungeva abbellimento alla beltà rudimentale della gitana. Ora, l’armonia del vestito rilevava l’incoerenza, l’incompiuto, l’abrupto di quella leggiadria. L’occhio, inoltre, non aveva ancora trovato quel termine medio che si addimanda abitudine, e che è la linea di congiunzione ove gli estremi s’incontrano e le asperità scompaiono.

Imprigionata in gonne inamidate, in busti, in cerchi di balena e di acciaio, le trecce composte, il capo inquadrato in un cappellino rosa — ella che era bruna, stretta, stecchita, Regina aveva l’aria stupida, imbarazzata. Non sapeva più nè camminare, nè sedere, nè parlare, nè muoversi. Si dibatteva goffamente come un pesce tirato dall’acqua.

Questo stato di transizione, questo periodo di acclimatazione novella, quella specie d’intirizzimento fisico e di stupefazione morale, durarono una settimana. Regina piangeva più spesso che non parlava. Ma quella settimana trascorsa, della zingarella non restava più che l’istinto.

Il dottore si trattenne un mese a Napoli, poi si rimise in viaggio per la Svizzera. Viaggiando, e’ raccontò a Regina, o piuttosto le apprese, l’istoria della di lei famiglia. Le parlò del padre, della madre, degli antenati, ricamando