Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— Non mica. À resistito, il vecchio ostinato, à risposto di becco ed unghia; ma infine...
— Egli à ceduto?
— Completamente. La pace è firmata. Egli è stato per fine gentile.
— Al postutto che cosa gli costa codesto.
— Codesto?... gli costerà almeno sei o otto mila franchi, per il momento.
— Vale a dire?
— Vale a dire, ch’egli mi à annunziato esservi per me da Delille una veste e dei pizzi. Ora, poichè vi sono, non vo’ fare le cose a mezzo.
— Ed è lui che paga?
— Bene inteso.
— Senza condizioni?
— Una sola.
— Me lo immaginavo. Quale dunque?
— Che il 10 gennaio io vada a prenderlo in carrozza per condurlo al ballo dell’ambasciata d’Austria.
— Addobbata di quell’abito e di quei pizzi in discorso?
— Lo penso bene.
— Per farne mostra innanzi ad una turba di stranieri, e provar loro, che in fatto di gusto, la Parigina è la prima donna del mondo?
— Il dottore è naturalista: egli ama provare con i fatti.
— Ebbene, mia cara, ne sono incantato.
Regina lo abbracciò ancora una volta.
— Ma tu sarai meco — disse ella.
— Uhm! codesto è un altro paio di maniche — borbottò Sergio. — Io sono in delicatezze con l’Austria.
— Come ciò?
— L’Austria è una vecchia civetta che vuol darsi l’aria, i gusti, l’andazzo, le passioni di una giovinetta. Ora, nella mia qualità di giornalista dell’opposizione, mi occorse più di una fiata provarle, che i suoi denti erano falsi; i suoi colori, belletto; i suoi diamanti, strass; i suoi addobbi, un vecchio resto di rivendugliola di toilette; la sua fierezza, burbanza scenica; la sua forza, un po’ d’isterismo; ed il suo codazzo, dei creditori, i quali un giorno o l’altro finiranno per perder pazienza, e non mica amanti. Tu comprendi! dopo codeste brutalità, una vecchia ragazza non perdona mai.