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Pagina:Piano regolatore di Roma 1883 - Relazione.djvu/60

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pochi spazi fabbricabili, regolari, divisi da una strada in lungo e da alcune in traverso, come già era segnato nel piano di massima del 1873, e come fu allora approvato dal Consiglio. Nelle abitazioni che sorgessero in questo quartierino, troverebbero nuovo e salubre alloggio circa 1000 persone.


Quartiere all’Aventino


Nel trattare del quartiere ai Prati di Castello ci riserbammo di discorrere distintamente, ed a luogo opportuno, della convenienza grandissima di promuovere la formazione di nuovi quartieri in contrade interne, ma ora quasi deserte, fra le quali notammo quella dell’Aventino, come la più importante. L’Aventino infatti, ora con pochi e difficili accessi, ha però un vasto altipiano di circa 18 ettari d’estensione, dei quali 4 soltanto sono occupati dalle Chiese di Santa Prisca, di S. M. del Priorato, di S. Alessio e di Santa Sabina, cogli stabili e giardini annessi; gli altri 14 non sono che orti e vigne in terreno facile, piano, e attissimo ad essere scompartito in spazi, per edificazione di case. Volendo poi profittare dell’altra zona più bassa, prossima alla falda dell’Aventino e che fronteggia la via di Marmorata, dalla Salara vecchia alla Porta S. Paolo, si potrebbero aggiungere altri 8 ettari di terreno fabbricativo, e così in tutto disporre di ettari 22 capaci di essere popolati da oltre diecimila persone. Le falde però del colle Aventino, in ispecie la settentrionale e l’orientale, quantunque assai estese, sono troppo erte