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Pagina:Piccole storie del mondo grande - Alfredo Panzini - 1901.djvu/120

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108 le ostriche di san damiano

ciare„ e non “bocciare„. Vede se mi ricordo!

“Che tradimento è questo?„ pensai fra me sobbalzando.

Addio dolcezza della digestione! Non so che risposi, ma certo mi confusi e dovetti rispondere così press'a poco:

- Scusi, non l'ho fatto a posta! Se proprio fu così, me ne rimorde il cuore! Sinceramente!

- Ma io le devo la vita, signor professore! - esclamò allora con mia somma sorpresa il giovane al colmo dell'entusiasmo - io le devo il mio presente benessere, la mia fortuna: quante volte avrei voluto fermarla per la via e manifestarle la mia riconoscenza, ma me ne mancò il coraggio; adesso invece che ella è entrato nel mio esercizio, mi sono permesso....

- Io non capisco.... - risposi tuttavia turbato, giacchè temevo che quel mio antico scolaro si ricordasse di quella figura retorica che va sotto il nome di “ironia„.

- Oh, è una cosa chiara: chiara come il sole: si ricorda quello che lei mi diceva?

- Io? no, signore!

- Lei mi diceva: tu sei un buono e bravo figliuolo, ma per seguire gli studi classici ci vuole qualche cosa di più che l'ingegno, che non hai nemmen quello, ci vuol l'arte: tu