Pagina:Piccole storie del mondo grande - Alfredo Panzini - 1901.djvu/43

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leuma e lia 31

Gli eroi in quel giorno non cavalcarono.

Anche il dì seguente Lia non venne. Passarono tre giorni e uno scolaro, entrando, mi disse: ”Lo sa? lo sa? La signorina ha preso il tifo.“ A giudicar dalla voce, questa pareva una novità piacevole agli scolari, o almeno un argomento ad una discussione vivace. Alcuni sostenevano che Lia sarebbe morta perchè di tifo si muore sempre, altri che Lia sarebbe guarita, ma non sarebbe più venuta a scuola, perchè alle donne col tifo tosano i capelli e poi diventano stupide. ”Stupide?“ ”Ma sicuro: vuoi che non lo sappia io? - diceva uno. - Mi è morta prima la mamma di tifo, poi una sorella che era a punto diventata stupida.“

Lo sai tu, Astese, come avvengano certe strane cose? La notte me la vidi in sogno che mi chiamava e mi diceva: ”Perchè non vieni? Non hai capito che questa bambina ti vuol bene e ti vuol vedere prima di morire?“ Era la Lia bambina che diceva queste parole con la voce e il sentimento di una donna. Piangevo io veramente nel sogno, e il giorno di poi mi feci animo e mi azzardai di passare il cancello di questa villa, piano, e quasi con devozione. Nell'anticamera, sull'attaccapanni, c'erano ancora il cappello scuro e la