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sentail mare con molti pesci, rimane invenduto. Il vero nome fu Sentinum, e Sentinates, come ci dicono le lapidi, che riporterò. Osserviamo da chi lo prese.
Sentino, e Vitumno eran Dei, che presedevano alle donne parturienti, e che davano il senso, e la vita a’ Bambini, come rilevasi da Tertulliano, da s. Agostino1, e da Tommaso Bartolini2. Senta, detta ancora Dea bona, Fauna, Fatua a fando, e dagli Augurj, da cui presero il lor nome le Fate, fu una Dea secondo Varrone così pudica, che niun uomo mai potè vederla, e perciò le donne a lei sacrificavano in luoghi segreti, e chiusi, e Cicerone3 chiama Opertum Bonæ Deæ quel genere di sacrificio, che si faceva dalle sole donne in luoghi secreti, ai quali non potevano intervenire gli uomini: familiarissimus tuus de te prilegium tulit, ut si opertum Bonæ Deæ accesisses, exulares. Forse questa Città prese il nome da qualche tempio, che ivi rimaneva, dedicato al Dio Sentino, o alla Dea Senta? Io credo di nò: e penso, che lo prese dal fiume Sentino, che la bagnava. E questo fiume, perchè così fu detto? Perchè fuori delle mura dell’antica Città depositano in esso nel medesimo sito da una parte il fiume detto Sanguirone, e dall’altra il fiume Marena le loro acque, lo che è una cosa bella a vedersi, e sorprende. Siccome la parte inferiore delle Navi fu chiamata Sentina, perchè in essa si uniscono tutte le immondezze; così il fiume, di cui parlo, fu chiamato Sentino, perchè nel sito stesso accoglie tutte le acque, che vengono da vicini Monti, e quelle del Sanguirone e del Marena. Questa Città fu Municipio, e fu ascritta alla Tribù Lemonia per dare il suffragio ne’ Romani comizj, come impariamo dalle lapidi, che in appresso riporterò.
Fu ancor Colonia, mentre così leggesi ne’ frammenti di Balbo: ager Sentino oppidum limitibus marittimis, et montanis lege triumvirali assignatus est, et loca ejus hæreditario jure populus accepit. Finitur sicut consuetudo est regioni Piceni. Il Catalani4 seguendo il parere dell’