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ta mila, e trecento trenta fanti a piedi, e quarantasei migliaja di cavalli, e mille carri: cioè con gli Umbri, e co’ Toscani insieme, i quali essi dicono essere medesimamente stati nella giornata. E per accrescere anche le genti de’ Romani, aggiungono L. Volumnio Proconsolo capitano in ajuto de’ Consoli, e il suo esercito alle legioni di quelli. Ma nella maggior parte degli annali tal vittora è propria solamente de’ Consoli. = Fin quì Tito Livio tradotto dal Nardi. Dalla storia si rileva, che i Romani si contentarono di aver vinti i Galli, e che partirono dalle loro terre. Quindi i Galli rimasti padroni di Sentino, e della Gallia togata ebbero tutto il commodo di fare i sepolcri nell’agro Sentinate, come in breve narrerà Procopio. Ma dieci anni dopo, cioè nell’anno 284 avanti a Gesù Cristo essendosi mossi di nuovo contro i Romani, ed avendo vinto L. Cecilio Pretore, e fatta grande strage di essi, i Romani inaspriti, e comandati dal Console Dolabella fecero un macello di essi, li cacciarono dalle loro terre, e condussero una colonia in Sinigaglia, che era la lor Capitale.
CAPITOLO IV.
Disfatta di Totila Re de' Goti accaduta nell'agro Sentinate.
Se nel Capitolo antecedente dovetti riprovare il sentimento di coloro, che pretesero, che la battaglia tra’ Galli, e Romani accadde nelle pianure di Fabriano, in questo debbo dimostrare la strada, che fece Narsete nel portarsi nell’agro Sentinate, perchè gli autori sono discordi fra loro, e niuno coglie il punto. Il sig. Le Beau1 dice “Essendo Narsete arrivato a Fano, lasciò sulla sinistra Fossombrone, e le Montagne del Furlo, e rientrò nella via Flaminia vicino al luogo, dove è al presente il borgo di Aqualagna„. Il Muratori2 asserisce, che Narsete prese----
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