Pagina:Pirandello - Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Firenze, Bemporad, 1925.djvu/201

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Ma se per tanti anni l’ha sopportata, questa disperazione, come mai, ora tutt’a un tratto, — mi veniva di domandarle, — una così fiera ribellione?

Se subito dopo quella particina rappresentata al Bosco Sacro, Polacco le avesse proposto di scritturarla alla Kosmograph, non si sarebbe tirata indietro, quasi con orrore? Ma sì, certo! Pur essendo la sua famiglia nelle medesime condizioni.

Ora, invece, eccola qua che corre con me alla Kosmograph! Per disperazione? Sì, ma non a causa di quella sua mamma senza pace.

Come s’è fatta pallida, come s’è sentita mancar tutta, appena il babbo, il povero Cavalena, come uno spiritato ci s’è fatto innanzi su l’entrata della Kosmograph ad annunciarci che «lui», Aldo Nuti, non c’era, e che Polacco aveva telefonato alla Direzione, che per quel giorno non sarebbe venuto, dimodochè non restava più da far altro che tornare indietro.

— Io, no, purtroppo, — dissi a Cavalena. — Bisogna che resti, io; sono già in gran ritardo. Accompagnerà lei a casa la signorina.

— No no no no, — gridò precipitosamente Cavalena. — La terrò con me tutto il giorno; ma poi la riporterò qua, e mi farà il piacere di riaccompagnarla lei a casa, signor Gubbio, o andrà sola. Io niente; io non metterò più piede a casa mia! Basta ormai! basta! basta! —

E se n’andò, accompagnando la protesta con un gesto espressivo del capo e delle mani. La signorina Luisetta seguì il padre, mostrando chia-