Pagina:Pirandello - Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Firenze, Bemporad, 1925.djvu/207

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grafia! Bisogna vederla quando, poco prima d’andar via, ogni mattina, mi s’accosta e, dietro le spalle della figliuola, levando appena appena le mani, furtivamente, con occhi pietosi:

— Gliela raccomando, — mi bisbiglia.

La situazione, appena arrivati alla Kosmograph, cangia e si fa molto seria, non ostante che su l’entrata, ogni mattina, troviamo — puntualissimo e tutto sospeso in un’ansia trepida — Cavalena. Gli ho già detto, l’altro jeri e anche jeri, del cambiamento della moglie; ma Cavalena non accenna ancora di ridiventar medico. Che! che! L’altro jeri e jeri, m’è quasi svanito davanti in un’aria distratta, come per non lasciarsi prendere da quel che gli dicevo:

— Ah, sì? Bene, bene... — ha detto. — Ma io, per ora... Come dice? No, scusi, credevo...Contento, sa? Ma se torno, è tutto finito. Dio liberi! Qua ora bisogna assodare, assodare la posizione di Luisetta e la mia. —

Eh sì, assodare: sono come per aria il papà e la figliuola. Penso che la loro vita potrebbe esser facile e comoda e svolgersi in una dolce pace serena. C’è la dote della mamma; Cavalena, brav’uomo, potrebbe attendere tranquillamente alla sua professione; non avrebbero bisogno d’estranei per casa, e la signorina Luisetta sul davanzale della finestra d’una quieta casetta al sole potrebbe graziosamente coltivare come fiori i più bei sogni di giovinetta. Nossignori! Questa che dovrebbe essere la realtà, come tutti la vedono, perchè tutti riconoscono che la signora Nene non ha proprio nessunissima ragione di tormentare il marito, questa