Pagina:Pirandello - Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Firenze, Bemporad, 1925.djvu/251

Da Wikisource.

veva a questo la risoluzione da lei presa jeri, durante la mia assenza, d’andare verso il Nuti, contrariamente a quanto il giorno avanti mi aveva detto?

— Nessuna compassione, — mi aveva detto, — nè per me nè per lui! —

Ha avuto improvvisamente compassione di sè? Di lui, no, certo! Ma compassione di sè, per lei vuol dire levarsi comunque, anche a costo d’un delitto, dalla punizione che si è data convivendo con Carlo Ferro. Risolutamente, all’improvviso, è andata verso il Nuti e ha fatto venire Carlo Ferro.

Che vuole? Che avverrà?

È avvenuto questo, intanto, a mezzogiorno sotto il pergolato dell’osteria, dove — parte camuffati da indiani e parte da turisti inglesi — s’erano affollati moltissimi attori e attrici delle quattro compagnie. Erano tutti, o fingevano di essere adirati e in subbuglio per la sfuriata della mattina del commendator Borgalli, e cimentavano da un pezzo Carlo Ferro, facendogli intendere chiaramente che quella sfuriata la dovevano a lui, per aver egli messo avanti dapprima tante sciocche pretese e cercato poi di sottrarsi alla parte assegnatagli nel film della tigre, partendo, come se davvero ci fosse un gran rischio a uccidere una bestia mortificata da tanti mesi di prigionia: assicurazione di cento mila lire, patti, condizioni, ecc. Carlo Ferro se ne stava seduto a un tavolino, in disparte, con la Nestoroff. Era giallo; appariva chiaramente che faceva sforzi enormi per contenersi; ci aspettavamo tutti che da un momento all’altro scattasse, insorgesse. Restammo perciò in