Pagina:Pirandello - Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Firenze, Bemporad, 1925.djvu/250

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Stia tranquilla, che non farà nulla. Creda che anche questo è calcolato.

— Da chi? da lei? da quella donna?

— Da quella donna. Si sarà prima accertata bene, parlando con lui, che quell’altro poteva sopravvenire a tempo, senza pericolo per nessuno; stia tranquilla! Se no, il Ferro non sarebbe sopravvenuto. —

Ricatto. Questa mia asserzione racchiudeva una profonda disistima del Nuti; se la signorina Luisetta voleva tranquillarsi, doveva accettarla. Avrebbe tanto desiderato di tranquillarsi la signorina Luisetta; ma a questo patto no, non volle. Scosse il capo violentemente: no, no.

E allora, niente! Ma in verità, per quanta fiducia avessi nell’accortezza fredda, nel potere della Nestoroff, ricordandomi ora delle furie disperate del Nuti, non mi sentivo neanch’io ben sicuro, che non ci fosse proprio da stare in pensiero per lui. Ma questo pensiero mi faceva crescer la stizza, già mossa per lo spettacolo di quella povera piccina spaventata. Contro la risoluzione di porre e tenere tutta quella gente là davanti alla mia macchinetta come pasto da darle a mangiare girando impassibile la manovella, mi vedevo anche io costretto a interessarmi ad essa ancora, a darmi ancora pensiero de’ loro casi. Anche mi sovvennero le minacce, le fiere proteste della Nestoroff, che niente ella temeva da nessuno, perchè qualunque altro male — un nuovo delitto, la prigione, la morte stessa — stimava per sè mali minori di quello che soffriva in segreto e nel quale voleva durare. S’era forse tutt’a un tratto stancata di durarvi? Si do-