Pagina:Pirandello - Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Firenze, Bemporad, 1925.djvu/262

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zio è ancora una cosa per te, e che, quando sarà finito, per te non sarà più niente. Ma tra codesto supplizio e niente, forse meglio niente! Così, lontana dai tuoi selvaggi luoghi, senza poter sbranare nè far più paura a nessuno, che tigre sei tu? Senti, senti... Preparano di là la gabbia grande... Tu sei già avvezza a sentire queste martellate, e non ci fai più caso. Vedi, in questo sei più fortunata dell’uomo: l’uomo può pensare, udendo le martellate: «Ecco, sono per me; sono quelle del fabbro che mi sta apparecchiando la cassa». Tu già ci sei, nella cassa, e non lo sai: sarà una gabbia molto più grande di questa; e avrai la consolazione d’un po’ di colore locale anche qui: figurerà un pezzo di bosco. La gabbia, ove ora stai, sarà trasportata di là e accostata fino a farla combaciare con quella. Un macchinista salirà qua, sul cielo di questa, e ne tirerà su lo sportello, mentre un altro macchinista tirerà lo sportello dell’altra; e tu allora di fra i tronchi degli alberi t’introdurrai guardinga e meravigliata. Ma avvertirai subito un ticchettìo curioso. Niente! Sarò io, che girerò sul treppiedi la macchinetta; sì, dentro la gabbia anch’io, con te; ma tu non badare a me! vedi? appostato un po’ innanzi a me c’è un altro, un altro che prende la mira e ti spara, ah! eccoti giù, pesante, fulminata nello slancio... Mi accosterò; farò cogliere senza più pericolo alla macchinetta i tuoi ultimi tratti, e addio! —

Se finirà così...

Questa sera, uscendo dal Reparto del positivo, ove, per la premura che fa il Borgalli, ho dato una mano anch’io per lo sviluppo e la legatura dei