Pagina:Pirandello - Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Firenze, Bemporad, 1925.djvu/63

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torno a lei; ma nella figurazione fantastica, ch’egli subito se ne fece, e illuminata dalla luce che le diede. Per lui i sentimenti dovevano esser colori, e forse, preso tutto dalla sua arte, non aveva più altro sentimento, che dei colori. Tutte le impressioni che ebbe di lei, forse derivarono solamente da quella luce di cui la illuminava: impressioni, dunque, solamente per lui. Ella non dovette — perchè non poteva — parteciparne. Ora, nulla irrita più, che il restare esclusi da una gioja, viva e presente davanti a noi, attorno a noi, di cui non si scopra nè s’indovini la ragione. Ma se pur Giorgio Mirelli gliel’avesse dichiarata, non avrebbe potuto comunicargliela. Era una gioja soltanto per lui e dimostrava che anch’egli, in fondo, non pregiava e non voleva altro di lei, che il corpo; non come gli altri, è vero, per un basso intento; ma questo anzi, a lungo andare — se ben si consideri — non poteva che irritare di più quella donna. Perchè, se il non vedersi ajutata nelle smaniose incertezze dello spirito da quanti non vedevano e non volevano altro di lei che il corpo, per saziar su esso la fame bruta del senso, le faceva dispetto e nausea; il dispetto per uno, che voleva anch’esso il corpo e nient’altro; il corpo, ma solo per trarne una gioja ideale e assolutamente per sè, doveva esser tanto più forte, in quanto mancava appunto ogni motivo di nausea, e più difficile, anzi vana addirittura rendeva quella vendetta, ch’ella almeno soleva prendersi contro gli altri. Un angelo per una donna è sempre più irritante d’una bestia.

So da tutti i compagni d’arte di Giorgio Mirelli a Napoli, ch’egli era castissimo, non perchè