Pagina:Pirandello - Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Firenze, Bemporad, 1925.djvu/91

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Mi guardò con occhi strani, come in sospetto che volessi burlarmi di lei; ma poi sorrise anch’ella, alzò appena appena le spalle e soggiunse:

— Vi sta tanto a cuore? Ammaestratela! Fatene una tigre attrice, che sappia fingere di cader morta al finto sparo d’un cacciatore finto, e tutto allora sarà accomodato. —

A seguitare, non ci saremmo mai intesi; perchè se a me stava a cuore la tigre, a lei il cacciatore.

Difatti il cacciatore designato a ucciderla è Carlo Ferro. La Nestoroff ne dev’essere molto costernata; e forse non viene qua, come vogliono i maligni, per studiare la sua parte, ma per misurare il pericolo che il suo amante affronterà.

Il quale, anche lui, per quanto ostenti una sprezzante indifferenza, dev’esserne, in fondo, in apprensione. So che, parlando col direttore generale, commendator Borgalli, e anche su negli uffici d’amministrazione, ha messo avanti molte pretese: un’assicurazione su la vita di almeno centomila lire, da dare a’ suoi parenti che vivono in Sicilia, in caso di morte, che non sia mai; un’altra assicurazione, più modesta, nel caso d’inabilità al lavoro per qualche eventuale ferita, che non sia mai neppure questa; una grossa gratificazione, se tutto, com’è da augurarsi, andrà bene, e poi — pretesa curiosa, non suggerita certo, come le precedenti, da un avvocato — la pelle della tigre uccisa.

La pelle della tigre sarà senza dubbio per la Nestoroff; per i piedini di lei; tappeto prezioso. Oh, ella avrà certo sconsigliato all’amante, pregando, scongiurando, d’assumere quella parte così pericolosa; ma poi, vedendolo deciso e impegnato,