Pagina:Pirandello - Uno nessuno e centomila, Milano, Mondadori, 1936.djvu/181

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(Voi mi direte, lo so, che questo dipendeva perchè quel Moscarda là nello specchio ero io; e ancora una volta dimostrerete di non aver capito niente. Non ero io, ve lo posso assicurare. Tant’è vero che, un istante dopo, prima d’uscire, appena voltai un po’ la testa per riguardarlo in quello specchio, era già un altro, anche per me, con un sorriso diabolico negli occhi aguzzi e lucidissimi. Voi ve ne sareste spaventati; io no; perchè già lo sapevo; e lo salutai con la mano. Mi salutò con la mano anche lui, per dire la verità).

Tutto questo, per cominciare. La commedia seguitò poi nel salotto con mio suocero.

In quattro?

No.

Vedrete in quanti svariati Moscarda, dacchè c’ero, mi spassai a produrmi quella mattina.


§ 4. Medico? avvocato? professore? deputato?


Senza dubbio era mio suocero la cagione dell’insperato risveglio del mio estro, per quella (sì, Dio mio) forse irrispettosa realtà che io finora gli avevo dato, di stupidissimo uomo sempre soddisfatto di sè.