Pagina:Pirandello - Uno nessuno e centomila, Milano, Mondadori, 1936.djvu/205

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chia su e l’altra giù stava a guardarmi, proprio con l’aria di credere che non era possibile, non era possibile che a una cagnolina bellina come lei non fosse lecito entrare in una chiesa. Se non ci stava nessuno!

— Nessuno? Ma come nessuno, Bibì? — le dicevo io. — Ci sta il più rispettabile dei sentimenti umani. Tu non puoi intendere queste cose, perchè sei per tua fortuna una cagnolina e non un uomo. Gli uomini, vedi? hanno bisogno di fabbricare una casa anche ai loro sentimenti. Non basta loro averli dentro, nel cuore, i sentimenti: se li vogliono vedere anche fuori, toccarli; e costruiscono loro una casa. —

A me era sempre bastato finora averlo dentro, a mio modo, il sentimento di Dio. Per rispetto a quello che ne avevano gli altri, avevo sempre impedito a Bibì di entrare in una chiesa; ma non c’entravo nemmeno io. Mi tenevo il mio sentimento e cercavo di seguirlo stando in piedi, anzichè andarmi a inginocchiare nella casa che gli altri gli avevano costruito.

Quel punto vivo che s’era sentito ferire in me quando mia moglie aveva riso nel sentirmi dire che non volevo più mi si tenesse in conto d’usurajo a Richieri, era Dio senza alcun dubbio: Dio che s’era sentito ferire in me, Dio che in me non poteva più tollerare che gli altri a Richieri mi tenessero in conto d’usurajo.

Ma se fossi andato a dire così a Quantorzo o a Firbo e agli altri soci della banca, avrei dato loro certamente un’altra prova della mia pazzia.

Bisognava invece che il Dio di dentro, questo Dio che in me sarebbe a tutti ormai apparso pazzo, an-