Pagina:Pirandello - Uno nessuno e centomila, Milano, Mondadori, 1936.djvu/227

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d’una prima deposizione di mia moglie, la quale, ora più che mai con quella prova di fatto, aveva certo potuto testimoniare in perfettissima coscienza dell’antica data del mio innamoramento per Anna Rosa.

Così sarebbe rimasto, senza dubbio, acquisito alla giustizia che Anna Rosa aveva tentato d’uccidermi per difendersi da una mia brutale aggressione, se Anna Rosa stessa non avesse assicurato con giuramento il giudice che non c’era stata veramente nessuna aggressione da parte mia, ma solo quel tale fascino involontariamente esercitato su lei con le mie curiosissime considerazioni sulla vita: fascino da cui ella s’era lasciata prendere così fortemente, da ridursi a commettere quella pazzia.

Il giudice scrupoloso, non soddisfatto del sommario ragguaglio che Anna Rosa aveva potuto dargli di quelle mie considerazioni, stimò suo dovere averne una più precisa e particolare informazione, e volle venire di persona a parlare con me.