Pagina:Pirandello - Uno nessuno e centomila, Milano, Mondadori, 1936.djvu/47

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o “Buona sera„, rimasi con l’idea ch’egli fosse molto garbato.

Vi assicuro invece ch’egli, nello stesso momento che fuori garbatamente mi diceva per le scale “Buon giorno„ o “Buona sera„, dentro di sè mi faceva vivere come un perfetto imbecille perchè là nella corte tolleravo quell’invasione di comari e quel puzzo ardente di lavatojo e le zanzare.

Chiaro che non avrei più pensato: “Oh Dio com’è garbato il mio vicino di casa„, se avessi potuto vedermi dentro di lui che, viceversa, mi vedeva com’io non avrei potuto vedermi mai, voglio dire da fuori, per me, ma dentro la visione che anche lui aveva poi per suo conto delle cose e degli uomini, e nella quale mi faceva vivere a suo modo: da perfetto imbecille. Non lo sapevo e seguitavo a pensare: “Oh Dio com’è garbato il mio vicino di casa„.


§ 3. Con permesso.


Picchio all’uscio della vostra stanza.

State, state pure sdrajato comodamente su la vostra greppina. Io seggo qua. Dite di no?

— Perchè? —

Ah, è la poltrona su cui, tant’anni or sono, morì la vostra povera mamma. Scusate, non avrei dato un